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Il Psn 2011-2013 approvato dal Consiglio dei ministri
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Il Psn 2011-2013 approvato dal Consiglio dei ministri
http://www.sanita.ilsole24ore.com/PrimoPiano/Detail/1352192
Addio ai piccoli ospedali, da riconvertire in strutture ponte per l'assistenza sul territorio. Ambulatori aperti 24 ore gestiti dai medici di famiglia, per trattare i casi meno gravi e aggirare l'affollamento nei pronto soccorso. Massima specializzazione delle strutture ospedaliere e creazione tra di loro di una vera e propria rete per favorire sinergie e percorsi di riabilitazione individuali con particolare attenzione per l'universo dei 2,8 milioni di disabili. E dosi massicce di prevenzione, se possibile anche di nuove tecnologie. Il Piano sanitario 2011-2013, messo a punto dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è ormai ai nastri di partenza.
Il documento cardine triennale di programmazione delle politiche sanitarie - anticipato dal Sole-24 Ore il 16 novembre scorso e da Il Sole-24 Ore Sanità n. 43 e 44/2010 e di cui questo sito ha pubblicato in anteprima esclusiva il testo - è stato approvato oggi da Consiglio dei ministri.
Quello di Palazzo Chigi è il primo passo dell'iter del Psn che ora andrà alle Camere per il parere delle commissioni di merito, proseguirà con le consultazioni e i pareri di sindacati e forze sociali per chiudere la partita con l'approvazione definitiva in Conferenza Stato-Regioni e la pubblicazione in «Gazzetta» del Dpr "su proposta" dei ministri di Salute, Economia e Affari regionali. Il tutto, secondo le previsioni fatte dallo stesso Fazio, dovrebbe esaurirsi a fine primavera.
Articolato in 12 «azioni», il Psn 2011-2013 tocca tutti i nervi strategici (e spesso nevralgici) del sistema sanitario pubblico: dalla ricerca alle nuove tecnologie, dalla sicurezza delle cure alla farmaceutica, fino all'accreditamento delle strutture. Con un orizzonte ideale che mette al centro la sfida dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della cronicità, dunque la necessità di cure appropriate e di efficienza in tempi di risorse sempre più limitate. Appropriatezza di cui dovrà dare prova la ristrutturazione della rete ospedaliera, a partire dai piccoli ospedali da chiudere e da trasformare in strutture con modelli d'offerta che garantiscano la continuità delle cure col territorio. Una sfida antica, ma sempre attuale.
Addio ai piccoli ospedali, da riconvertire in strutture ponte per l'assistenza sul territorio. Ambulatori aperti 24 ore gestiti dai medici di famiglia, per trattare i casi meno gravi e aggirare l'affollamento nei pronto soccorso. Massima specializzazione delle strutture ospedaliere e creazione tra di loro di una vera e propria rete per favorire sinergie e percorsi di riabilitazione individuali con particolare attenzione per l'universo dei 2,8 milioni di disabili. E dosi massicce di prevenzione, se possibile anche di nuove tecnologie. Il Piano sanitario 2011-2013, messo a punto dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è ormai ai nastri di partenza.
Il documento cardine triennale di programmazione delle politiche sanitarie - anticipato dal Sole-24 Ore il 16 novembre scorso e da Il Sole-24 Ore Sanità n. 43 e 44/2010 e di cui questo sito ha pubblicato in anteprima esclusiva il testo - è stato approvato oggi da Consiglio dei ministri.
Quello di Palazzo Chigi è il primo passo dell'iter del Psn che ora andrà alle Camere per il parere delle commissioni di merito, proseguirà con le consultazioni e i pareri di sindacati e forze sociali per chiudere la partita con l'approvazione definitiva in Conferenza Stato-Regioni e la pubblicazione in «Gazzetta» del Dpr "su proposta" dei ministri di Salute, Economia e Affari regionali. Il tutto, secondo le previsioni fatte dallo stesso Fazio, dovrebbe esaurirsi a fine primavera.
Articolato in 12 «azioni», il Psn 2011-2013 tocca tutti i nervi strategici (e spesso nevralgici) del sistema sanitario pubblico: dalla ricerca alle nuove tecnologie, dalla sicurezza delle cure alla farmaceutica, fino all'accreditamento delle strutture. Con un orizzonte ideale che mette al centro la sfida dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della cronicità, dunque la necessità di cure appropriate e di efficienza in tempi di risorse sempre più limitate. Appropriatezza di cui dovrà dare prova la ristrutturazione della rete ospedaliera, a partire dai piccoli ospedali da chiudere e da trasformare in strutture con modelli d'offerta che garantiscano la continuità delle cure col territorio. Una sfida antica, ma sempre attuale.
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